In migliaia hanno partecipato al corteo dopo la violenta aggressione contro una coppia gay, avvenuta la notte di Capodanno: gremita piazza Malatesta. Già identificati quattro dei dieci aggressori: sono tutti italiani tra i 18 e i 19 anni.
Foto e testo di Mauro Orrico
Sabato pomeriggio, migliaia di persone sono scese in piazza a Roma per gridare ‘basta’ alle aggressioni omotransfobiche e per chiedere una legge che combatta l’omotransfobia. In oltre tremila hanno partecipato alla manifestazione organizzata in poche ore: piazza Malatesta era gremita. Il sit-in, poi diventato corteo, è stato indetto dopo l’ennesimo episodio di violenza: la notte di Capodanno, Stephano e Matteo sono stati accerchiati, insutati e picchiati da oltre dieci ragazzi e ragazze tra i 18 e 20 anni mentre camminavano mano per la mano nel quartiere Pigneto – Malatesta. Il branco stava partecipando ad una festa privata. Alla coppia è stato rotto il naso con ferite guaribili in 25 giorni.
Dopo la denuncia sono scattate le indagini e grazie alle immagini delle telecamere della zona, le forze dell’ordine hanno individuato i primi quattro aggressori: sono tutti italiani, tra i 18 e i 19 anni, residenti nei pressi di Piazza Malatesta. Nelle prossime ore potrebbero finire nel registro degli indagati.
Al presidio, erano presenti molte bandiere arcobaleno e i cuori con su scritto: “Noi lo gridiamo con il cuore. Diritti subito”. E poi ancora “Basta solidarietà votate qualcosa”. Hanno aderito decine di associazioni, tutti i partiti del centrosinistra, il Comune di Roma e il Municio V. Erano presenti esponenti locali e nazionali di Pd, M5S, +Europa, Alleanza Verdi Sinistra e Rifondazione Comunista.
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Il presidente del Municipio V di Roma Mauro Caliste, presente in piazza, ha detto: “Questa è la risposta del nostro municipio all’omotransfobia e a tutta la violenza che ne deriva, 3000 persone in piazza. Siamo il municipio dei diritti, già con l’omaggio a Michela Murgia abbiamo fatto chiaramente capire il nostro ‘No’ alla violenza, amare non è reato! Un singolo episodio, ma non abbassiamo la guardia, che non passi l’idea che davanti a gesti di intolleranza si possa tacere”.