L’Università, il gotico, il plateresco e il barocco delle cattedrali in una meta ricca di leggende e cultura.

C’è chi la chiama “città dorata” perché, alle prime ore del tramonto, le luci che avvolgono la centralissima Plaza Mayor colorano le pietre arenarie delle architetture in stile gotico, romanico e barocco come se fossero gioielli preziosi. Salamanca, capoluogo della provincia che porta il medesimo nome, è un piccolo tesoro moresco della Spagna Nord-occidentale e sorge nell’area regionale di León e Castiglia. La sua storia nasconde antichi racconti di tradizione celtica e, fondata intorno al 1100, nei secoli è diventata il più importante attrattore culturale del Paese iberico. Fervente cittadella universitaria, fra il decorativismo tipico dei suoi edifici che raffigurano l’argenteria spagnola del Rinascimento, sulle facciate delle costruzioni che sanno d’arte antica è possibile scorgere gli inconfondibili plateros, che si alternano a universi floreali, bestiari immaginari e raffigurazioni bibliche, ispirazioni zodiacali che rimandano al mondo dell’astrologia.

L’Università di Salamanca risale al 1218 e fu realizzata su commissione di Re Alfonso IX: la struttura centrale delle Escuelas Mayores si presenta con la peculiare eleganza plateresca del XVI secolo, laddove il mood artistico fiorito e ricco di ornamenti lascia il passo ai simboli della religione cattolica tra i quali l’iconica aquila di San Giovanni e lo stemma di Carlo V che è un omaggio al Cristianesimo. “Il Cielo di Salamanca”, dipinto da Fernando Gallego sul soffitto della biblioteca universitaria nella metà degli anni ’80 del 1400, riproduce galassie, il sistema solare e, in un circolo vizioso di figure oniriche, i 12 segni dello Zodiaco che, per effetto dei riflessi prodotti dai raggi solari, in prospettiva si tingono di tonalità cromatiche diverse. Sulla facciata frontale del Patio de Escuelas sono celate alcune suggestive incisioni, come quella del teschio con la rana, da ammirare prima di visitare il Colegio Mayor Arzobispo Fonseca.

Fundación General © Usal.es, Università di Salamanca

Movida, locali cool e caratteristici bistrot fra piazze e vicoli pittoreschi, ma soprattutto spazi museali del 1200, accanto alle gallerie contemporanee, e due imponenti cattedrali. Se Plaza Mayor è il cuore cittadino pulsante, nonché Patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, il centro storico del 1700 è un incrocio di volte e archi, più di 80, abbelliti da bassorilievi che riproducono visi di nobili, artisti, politici e letterati che qui hanno lasciato il segno e ai quali la città deve il suo prestigio. Passeggiando si notano la Iglesia de San Martín Cathedral, il Teatro Liceo e il Municipio che i salamantini chiamano, con le sfumature del loro accento spagnolo, l’“Ayuntamiento”. Poi la Catedral Vieja, vecchia abbazia romanica del XII secolo che colpisce lo sguardo con la sua Torre dell’Orologio, che sfiora un’altezza di quasi 110 metri, e la Torre del Gallo. L’altare centrale della chiesa ha un organo destinato alla preghiera corale dei Canti liturgici gregoriani, con affreschi che narrano versetti descritti nella Bibbia in oltre 50 suggestive scene tratteggiate a mano intorno al 1400.

La Cattedrale di Salamanca

La Cattedrale Nuova (o Catedral Nueva) fu edificata il secolo successivo. Monumento nazionale per regio decreto dal 1887, e costruita per volontà di Ferdinando II di Aragona, tra barocchismi e guglie gotiche, conserva numerose opere dello scultore Alejandro Carnicero. Venne restaurata in seguito al terremoto di Lisbona che ne danneggiò la struttura nel 1775. Uscendo dalle tre navate interne ci si affaccia sulla porta settentrionale che custodisce due sculture: l’astronauta nello spazio, che fu inserita solo di recente nel 1992, e un singolare drago con un cono gelato, frutto dell’estro creativo di Jerónimo Garcia, che volle dare un tocco ironico al progetto di restauro della facciata nei primi anni ’90.

Salamanca © Spain.info

Gli amanti dell’arte potranno perdersi tra le meraviglie Liberty del Museo Art Nouveau y Art Déco situato nel palazzo modernista Casa Lis, nato sulla muraglia difensiva di Salamanca e celebre per i suoi vetri variopinti con circa 20 percorsi espositivi dedicati alle arti decorative e figurative di fine ‘800-inizi del ‘900: porcellane, quadri, tele, bronzi e statue fino ai prestigiosi bijoux di Luis Masriera e Peter Carl Fabergé, passando per i complementi d’arredo di Louis Majorelle e Gaspar Homar, o per le inconfondibili danzatrici scolpite dal talento del romeno Demétre Haralamb Chiparus, approdate in città da Parigi dove l’artista viveva e lavorava.

Museo Art Nouveau y Art Déco © museocasalis.org

Giochi di lighting design, l’incantevole fontana e un lago artificiale sono invece la tappa imperdibile per chi decide di viaggiare con i bimbi, che si divertiranno a fotografare, nel verde di Parque de la Alamedilla, anatre e oche. Mentre i grandi si lasceranno stregare dalle installazioni che in estate popolano il parco del 1882. La gotica e isabellina Casa de las Conchas del 1493 è impreziosita sul davanti da quasi 300 conchiglie in pietra, allegoria simbolica dell’ordine di San Giacomo di Santiago di Compostela. Alcuni narrano che, secondo una leggenda, negli incastri sarebbe nascosto l’oro che i gargoyle in marmo di Carrara sorvegliano guardando dall’alto del colonnato che porta alla raffinata biblioteca. In realtà, la loro funzione architettonica era quella di dirigere il flusso dell’acqua piovana sul suolo dopo i temporali. L’idea del Mercado Central si deve, invece, all’urbanista Joaquín de Vargas Aguirre, già artefice di Casa Lis, dentro un edificio modernista. Distante 100 metri da Plaza Mayor, per i buongustai è il tempio dello shopping enogastronomico e dei tapas bar. Nightlife a prezzi modici nelle economiche chupiterie vicino a Plaza de San Juan Bautista o all’Università.

Salamanca © Spain.info

Prima di ripartire non si può non assaggiare l’Hornazo,  torta salata farcita con salumi, chorizo ​​piccante, lonza di maiale e uova sode, simile alla pizza rustica nostrana, e molto popolare in occasione del Lunes de Aguas, una sorta di Pasquetta che in genere ricorre gli ultimi giorni del mese di aprile. Il “Lunedì delle Acque”, questa la traduzione, ha origine nel XVI secolo, quando Re Filippo II, sovrano di fede cattolica, iniziò la sua personale battaglia contro la lussuria che imperava a Salamanca, in particolare tra gli allievi delle scuole. Così emanò una legge che vietava la prostituzione nella Semana Santa, esiliando le donne dai facili costumi sull’altra sponda del fiume Tormes in modo tale da non distrarre gli uomini dalla preghiera durante l’intera settimana sacra. Il cosiddetto Padre Putas si prendeva cura delle prostitute, e una volta terminati i riti della passione, le riportava tra le mura cittadine in barca, visto che non era consentito loro marciare sul pontile romano poiché conducevano una vita sporcata dal peccato. Dopo 7 giorni di privazioni, gli abitanti gioivano all’idea di vederle ritornare dalle rive dove erano state esiliate provvisoriamente e davano il via ai festeggiamenti in cui tutti, sacerdoti compresi, banchettavano felici e contenti.


Di Gustavo Marco Cipolla
Calabrese, della sua terra porta con sé il ricordo e l’abitudine di tornare se ne ha voglia. Arte, Musica e Moda sono le tre (dis)grazie che lo accompagnano. Una laurea in Relazioni Internazionali, due master in giornalismo, tanti corsi e (ri)corsi di specializzazione, ma non ha ancora finito di imparare. E non finirà mai.