La città spagnola pullula di piazze, fontane, chiese e conserva il fascino di una Storia millenaria.
Capitale del flamenco e dello “slow tourism” nel Sud della Spagna, Siviglia è la città dell’Andalusia che cattura lo sguardo con le splendide architetture moresche, la Cattedrale in stile gotico che custodisce la tomba dell’esploratore Cristoforo Colombo nonché un retablo (pala dell’altare) dorato e di pregiata manifattura. A Plaza del Triunfo, nel cuore cittadino, il contrasto visivo tra sincretismo culturale ed estetico si fonde all’antica tradizione araba. I Reales Alcázares sono oggi una delle residenze più gettonate con le loro inconfondibili mura mentre la Cattedrale a cinque navate, orgoglio sivigliano, è per ampiezza la terza basilica più grande del mondo. Nata su un’antica moschea, la chiesa presenta uno splendido giardino degli aranci che si tuffa nella Giralda, campanile che tocca il cielo e ricorda nella progettazione il minareto della Koutoubia di Marrakech. Gli Alcázares sono collegati al Patio de Banderas – già Barrio de Santa Cruz – uno dei rioni maggiormente frequentati grazie alle abitazioni candide, i tipici balconi in ferro lavorato e le tradizionali plazuelas (piazzette), fontane realizzate con incastri di mattonelle, spazi floreali e agrumeti profumati.
Plaza de Doña Elvira e de Santa Cruz sono i luoghi ideali in cui assaggiare le prelibatezze locali in sicurezza e muniti di mascherina, considerando che il Covid-19 è sempre in agguato, assistendo ai coinvolgenti show di flamenco dal vivo. Tra una portata e l’altra, ci si può divertire lasciandosi trasportare dal ritmo spagnoleggiante suonando le nacchere, acquistabili come souvenir da portare a casa una volta terminato il delizioso banchetto. Dallo Stretto di Gibilterra, i contatti con il Marocco erano strategici: Siviglia si trasformò così nel punto d’incontro dei traffici mercantili marinari del passato che si estendevano nelle vicine Malaga e Granada. Barocchismi, vista mozzafiato su Plaza de Toros, il fiume Guadalquivir che la bagna il rigoglioso Parque de Maria Luisa e il grattacielo Cajasur saltano agli occhi dopo aver percorso a piedi le rampe della Giralda per ammirare lo spettacolo urbano.
Le costruzioni di stampo mudéjar catturano l’attenzione di turisti e viaggiatori: il Salón de Embajadores, il Patio de Muñecas e quello de las Doncellas, fra impianti idrici arabeggianti e giardini segreti, ne sono l’esempio lampante sino al Salón de los Tapices. Gli appassionati di serie televisive, in particolare de Il Trono di Spade, scoveranno le scenografie del set di Dorne, dove si sono svolte le riprese degli episodi della saga fantasy più amata dai millennials. La zona centrale della città è dominata da Plaza San Francisco e la basilica del Salvador, tra toni rosacei e preziosismi barocchi che evocano il fascino salentino di Lecce, in Puglia.
La strada che conduce a Plaza de la Encarnación è tutta in salita e a caratterizzarne l’aspetto è l’Espacio Metropol Parasol, l’imponente struttura in legno, poliuretano e metallo chiamata Las Setas (i funghi), disegnata dallo studio berlinese Jürgen Mayer-Hermann. Lo spazio polifunzionale, inaugurato nel 2011, ha rivoluzionato un po’ l’immagine tradizionale della vecchia agorà sivigliana, mentre la cittadella underground con i ruderi dell’età romanica e araba è tutta da fotografare dopo aver visto Plaza del Museo de las Bellas Artes lungo le sponde del Guadalquivir. Sorto su un complesso di conventi e monasteri, lo spazio museale conserva una delle collezioni d’arte più importanti della regione andalusa e, per prestigio, in Spagna è considerato secondo solo al Museo Nacional del Prado di Madrid. Inaugurato nel 1841, presenta numerosi esempi di pittura sivigliana, spaziando da capolavori rinascimentali, fino al romanticismo e alla corrente realista. Tra gli artisti della pinacoteca Bartolomé Esteban Pérez Murillo, uno dei maggiori esponenti del barocco negli anni del Siglo de Oro, Diego Velázquez, Francisco de Zurbarán, Juan de Valdés Leal, Martin de Vos e Lucas Cranach per arrivare al XX secolo con le opere di Diego López, Manuel González Santos e Santiago Martinez.
Proseguendo per calle Cuna e Córdoba, sino a calle Sierpes e Tetuán, chi non può rinunciare agli acquisti troverà pane per i suoi denti: manufatti, scarpe handmade confezionate dagli artigiani del posto, preziosi tessuti senza tralasciare i brand più commerciali e low cost tra cui Zara, che fa capo alla multinazionale spagnola Inditex. Le casupole di un bianco intenso di calle de Santa Clara rimandano all’epoca del colonialismo spagnolo, quando Siviglia era considerata il centro nevralgico delle relazioni con il continente latinoamericano durante le prime missioni esplorative verso il Nuovo Mondo. Promenade en plein air a calle Juan Rabadán per raggiungere a pochi minuti di distanza il Guadalquivir e Paseo de Juan Carlos I, magari di corsa. Poi Puente de Triana, popolato dagli universitari che si concedono qualche svago alcolico dopo lo studio, El Cachorro, per vedere la Cartuja, il Museo Andaluso di Arte Contemporanea e il Giardino Americano, edificato in occasione dell’Expo del 1992: una sorta di cittadina immersa nel verde con svariate specie di piante esotiche a pochi passi dalle acque del fiume.
Uno dei simboli di Siviglia è l’Alcázar, il Palazzo-fortezza costruito nel 913, che rappresenta l’opera migliore dell’arte mudéjar. Le numerose stanze, patii e saloni combinano gli stili piú svariati e molte influenze architettoniche che vanno dall’islamico al neoclassico. Splendidi i giardini dell’Alcázar, formati da terrazze con fontane e padiglioni.
Triana, invece, è il quartiere di pescatori e dei gitani, tra chitarre, danze caratteristiche, mercati rionali, tabernas e trattorie dove gustare i piatti della cultura enogastronomica come le “tostadas”, “churros y chocolate”, “gazpacho”, “patatas bravas”, “rabo de toro”,“huevos alla flamenca”, “pipirrana de pulpo” e il celebre “solomillo” (controfiletto). La Sevilla dei toreri, con i suoi natali ibero-punici e i principali monumenti storici, fra cui l’Archivio delle Indie, dichiarati Patrimonio dell’Unesco nel 1987, ha anche un volto moderno che si estende da Parque de Maria Luisa a la Plaza de España, padiglione dell’Expo del 1929 con il Museo Arqueológico, dove sono presenti reperti dell’Antica Roma. Disegnata nel 1758, La Plaza de Toros Real Maestranza, invece, é una delle piazze piú antiche della Spagna ed è strettamente legata alla corrida. Ospita il Museo Taurino e ha una capienza di 14.000 spettatori. La facciata, bianca e ocra, é di stile barocco.
Se cimeli del Paganesimo sono conservati nelle sale espositive, le Esperanzas cristiane sivigliane, dette de Triana e de la Macarena, sono le due Madonne celebrate con i riti santi dagli abitanti della città che attraggono il turismo e i curiosi. Da calle Juan Rabadán si giunge nell’Alameda de Hércules, fra vicoli suggestivi, viali alberati e perle dell’arte sacra come le Vergini addolorate e i Crocifissi lignei. Il nobile Museo de Arte Mudéjar racchiude il sunto artistico con il filone arabo. Al Barrio de San Lorenzo è possibile arrivare attraversando Plaza Duque de la Victoria, Plaza de la Concordia e Plaza de la Gavidia, circondate da aiuole di agrumi. Qui sorgono la chiesa de San Lorenzo e del Jesús del Gran Poder, celebre per i matrimoni dei toreri sivigliani e per la statua del Jesús dolente del Calvario, portata in processione come segno di devozione da parte dei fedeli durante la Semana Santa.
Il barocco, fil rouge dell’estetica cittadina, si ripropone a San Luis con le basiliche della Macarena e di San Marcos, fino alla chiesa di San Juan de la Palma, rinomata per il Jesús del Silencio, e quella di San Andrés, di fattezze mudéjar, accanto a Santa Ángela de la Cruz e Santa Catalina, non lontano dal cuore del centro storico. Aristocratici e imponenti, Palacio de Dueñas, elegante residenza degli Alba, e Palacio de Pilatos, dimora della casata dei Medinaceli, una delle famiglie sivigliane più ricche.
La Siviglia insolita si espande poi sull’Avenida Kansas City, continuando al Poligono de San Pablo con il più ampio museo europeo open air e circa una quarantina tra graffiti e murales che affrescano i palazzi percorrendo l’intera Avenida Soleá. Bar per un buon bicchiere di cerveza, fiorai, salumerie e drogherie nella calle Sinai, fra le variopinte bellezze architettoniche che richiamano alla mente l’idea di un piccolo villaggio andaluso.
Prima di partire, il Monastero della Cartuja è assolutamente meritevole di un mini-tour. Risale al XV secolo e nasce su cave naturali di argilla dove la leggenda narra che venne ritrovata una statua della Vergine. Il luogo divenne meta di culto consacrato a Santa Maria de Las Cuevas. La navata e il chiostro del Monastero nel 1992 furono la sede dell’Esposizione universale per festeggiare i 500 anni dalla prima esplorazione del navigatore Cristoforo Colombo verso le sconosciute Americhe. Chi viaggia nel capoluogo dell’Andalusia si lascerà incantare dalla fabbrica di Ceramica con le sue alte ciminiere, frutto dell’ingegno di Charles Pickman che, nel 1838, realizzò un complesso di forni per la produzione di vasi e oggettistica ancora apprezzati in terra iberica.