In questi giorni Roma si guarda in giro con curiosità. Accadono cose singolari, insolite, che traghettano l’attenzione di comuni cittadini su cose normalmente ignorate: un volto, un accendino, i classici “spiccioli” che teniamo in tasca. Sono tutte iniziative nate tra i banchi dello IED, idee tramutate in azioni da alcuni studenti del corso triennale in Comunicazione Pubblicitaria: i ragazzi hanno sviluppato campagne non convenzionali prendendo come spunto temi o oggetti diversi tra loro.

Con un’iniziativa davvero singolare, Nicolò Santovincenzo, Giulia Perrella e Irene Curreli si sono proposti di risolvere i problemi dei fumatori. No, nessuna sensibilizzazione per smettere di fumare. Qui si stratta di una cosa molto diversa. Hanno posizionato in punti diversi della città un “accendino del popolo”, democratico, a disposizione di tutti, pronto a offrire i suoi servigi nel momento in cui la voglia di nicotina assale chi non trova più l’accendino, perso nella tasca bucata della giacca, disperatamente cercato nella borsa, scordato sul comodino prima di uscire di casa…alzi la mano chi non ha mai vissuto questo Déjà vu? Trovata semplice e geniale al tempo stesso. Luogo di incontro virtuale, una pagina Facebook dove vengono raccolte tutte le foto che gli utenti scattano alle installazioni condividendole poi sulla piattaforma social utilizzando l’hashtag #accendinodelpopolo. In questo modo si è creata una mappatura degli accendini sparsi per Roma, un vero e proprio esempio di sharing economy. In una società in cui prevale l’individualismo e la proprietà del singolo, l’accendino condiviso è un cameo che risveglia il nostro senso di appartenenza e la condivisione.

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E che dire dei Cent? Sì, quelle monetine che si incastrano sul fondo della tasca dei pantaloni o cadono in letargo perenne sotto i sedili della macchina, dietro agli armadi, sotto i tappeti. Secondo alcune ricerche, solo il 70% dei centesimi esistenti è effettivamente sul mercato. Sono tantissimi, quindi, i centesimi dimenticati. Come l’accendino, queste monetine non vengono percepite come oggetti di valore. Per molti. Ma non per Giulia Gerardi, Giulia Aloè e Sandro Corciulo che sono scesi in piazza con l’obiettivo di salvaguardarli come simboli che appartengono alla collettività. E per dimostralo, sono scesi in Piazza del Popolo insegnando a chi passava di lì a contare le monetine, rieducando al valore delle piccole cose. Le persone coinvolte durante l’azione avevano la possibilità di scoprire la storia del centesimo “calpestato”, inserendo un codice personale sul sito www.savethecent.com, risalendo così all’ultimo proprietario. L’operazione ha avuto poi seguito sulla pagina Facebook dedicata.

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Sempre con la stessa modalità “unconventional”, Daniele Tesi, Ilaria Viola e Carolina Palombo hanno provato a sensibilizzare i romani sulla necessità di andare oltre le apparenze. Il loro progetto #Behindtheface ha fatto sorridere più di qualche passante. Sono partiti dall’analisi del Resting Bitch Face, quell’espressione facciale ostile e antipatica che vediamo in certe persone nonostante queste siano in uno stato di totale serenità. Sembra una cosa banale, ma colpisce 1 persona su 6. L’obiettivo era spingere le persone a guardare oltre l’apparenza, a gridare al mondo che anche dietro la faccia più torva può nascondersi un po’ di dolcezza. Per l’operazione è stata realizzata una mega emoji cartonata dall’espressione scocciata che invita i passanti a guardare dietro di essa, facendogli scoprire la dolcezza dei cupcakes di Fonderia, nota pasticceria di Roma. Il progetto ha avuto un ottimo riscontro, diventando ben presto virale su Facebook e Instagram. Se anche voi la pensate come loro, o l’iniziativa vi ha semplicemente incuriositi, visitate la pagina Facebook Behindtheface.

La speranza dei ragazzi è che questi progetti possano continuare a girare in modo autonomo. E allora…passaparola!