Alle elezioni amministrative in Turchia, l’opposizione laica e di centrosinistra ha vinto in tutte le grandi città, da Istanbul ad Ankara. Un duro colpo per il presidente conservatore Erdoğan.
La Redazione
Il sindaco uscente di Istanbul, riconfermato con oltre il 50% dei voti, Ekrem İmamoğlu, è il grande vincitore delle elezioni amministrative in Turchia e sarà lui probabilmente a sfidare il presidente conservatore Erdoğan alle prossime elezioni presidenziali del 2028. L’opposizione laica moderata del CHP ha vinto nelle grandi città turche – Istanbul, Ankara, Smirne – come già era successo nel 2019. Il segnale del voto amministrativo di domenica in Turchia è una inequivocabile battuta d’arresto per il presidente, che in circa vent’anni al potere ha trasformato il Paese in uno stato ultra conservatore, reprimendo il dissenso come e dove ha potuto.
A Istanbul, la metropoli che conta da sola un quinto della popolazione turca, ha trionfato, dunque, Ekrem İmamoğlu, 54 anni, uomo mite e pragmatico, che il presidente ha cercato di fermare con inchieste giudiziarie da molti definite pretestuose, fondate su reati di opinione. Il CHP ha vinto nella maggior parte dei distretti della metropoli sul Bosforo, riconquistando dopo 30 anni anche la centralissima Beyoğlu.
Ad Ankara, il sindaco uscente Mansur Yavaş ha battuto il rivale con un distacco attorno ai 26 punti. Il CHP ha vinto nettamente anche a Smirne, la terza città del Paese, ma anche ad Adana, Mersin e Bursa, altro grande centro industriale considerato fin qui feudo dell’AKP di Erdoğan.
Al presidente restano in mano i centri principali della costa del Mar Nero e buona parte dell’Anatolia centrale.
Nel Sudest a maggioranza curda vince quasi dappertutto il partito DEM, sigla che raccoglie l’eredità del partito a base etnica HDP – i cui dirigenti sono stati in gran parte da tempo arrestati con accuse non sempre convincenti di contiguità con il movimento separatista armato del PKK.