Dopo il voto favorevole della Camera, la proposta di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo è ancora ferma in commissione Giustizia al Senato a causa dell’ostruzionismo della Lega. Oltre le fake news delle destre e dei gruppi ultracattolici, ecco cosa prevede davvero il Ddl Zan.

A Castelfiorentino, poche settimane fa, Malika, una ragazza di 22 anni, è stata cacciata di casa dalla famiglia perché lesbica. I genitori e il fratello l’hanno perfino minacciata di morte e la Procura ha aperto un’inchiesta per violenza domestica. Negli stessi giorni, a Torino, un 23enne è stato pestato da cinque persone perché gay e pochi giorni prima l’attivista Jean Pierre Moreno è stato picchiato con calci, pugni e lancio di sassi nella stazione di Valle Aurelia a Roma, soltanto perché stava baciando il suo compagno. Sono solo gli ultimi, incredibili, casi di omofobia denunciati in Italia: tutti gli aggressori rischiano però solo fino a poche centinaia di euro di multa. Nulla o poco più, perché in Italia manca una legge che tuteli le vittime di omotransfobia, come già avviene per chi è discriminato per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, come prevede la Legge Mancino.

Il Ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, che prende il nome dal suo relatore Alessandro Zan (Pd), è stato approvato dalla Camera con 265 voti favorevoli e 193 contrari, ma ora è bloccato in commissione giustizia al Senato a causa dell’ostruzionismo della Lega e del presidente leghista Andrea Ostellari. A sbloccare l’iter della legge non sono bastati neanche i tantissimi appelli dei personaggi della musica e della cultura, le piazze piene, la protesta di Fedez sul palco del Primo Maggio e neanche i sondaggi dai quali emerge che oltre il 70% degli italiani è favorevole alla legge.

Foto: I.Taylor © Unsplash

Non si ferma, dunque, la crociata delle forze di destra (con l’eccezione di alcuni esponenti di Forza Italia) contro una legge che già esiste in molti Paesi del mondo e che in Italia è attesa da oltre 25 anni: era infatti il 1996 l’anno in cui fu depositata la prima proposta di legge a firma di Nichi Vendola. Intanto, la petizione su Change.org ha superato le 332mila firme (clicca qui per firmare).

I contrari al Ddl Zan stanno portando avanti da mesi una campagna fondata su fake news e bugie che nulla hanno a che fare con il civile e democratico dibattito parlamentare. Proviamo qui ad analizzale e a smontarle, una ad una.

Tutte le bufale sul Ddl Zan

“La legge Zan distrugge il diritto”
Falso. Il Ddl Zan è la sintesi di alcune proposte di legge presentate in questa legislatura da esponenti del Pd, del M5S e di Leu, come i testi dell’on. Alessandro Zan (Pd) – relatore del Ddl – e Alessandra Maiorino (M5S). La legge non crea né distrugge nulla, ma modifica l’attuale legge Reale-Mancino e articoli 604 bis e ter codice penale estendendo i reati – attualmente previsti per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali – all’omotransfobia, misoginia e abilismo.

“Per punire le aggressioni, bastano le norme che già esistono”
Falso. Un esempio concreto è la violenta e folle aggressione della stazione di Valle Aurelia di Roma: l’uomo che ha picchiato selvaggiamente i due ragazzi che si baciavano (e che ha già precedenti penali) rischierà solo poche centinaia di euro. Con la legge Zan questo genere di violenze saranno equiparate a quelle punite dalla legge Mancino: saranno puniti fino a sei anni di reclusione (commutabili parzialmente in lavori di pubblica utilità presso associazioni di tutela delle vittime) i reati di violenza fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” e fino a 18 mesi chi “istiga a commettere o commette atti di discriminazione” per i medesimi motivi.

“Incostituzionale! Gay e lesbiche avranno più tutele degli eterosessuali e si vìola il principio di uguaglianza!”
Falso. La legge tutela tutti gli orientamenti sessuali, nessuno escluso. Pertanto, anche una donna o un uomo eterosessuale sarebbero tutelati nello stesso identico modo se fossero aggrediti o discriminati sulla base del proprio orientamento sessuale. Il testo infatti non parla di transessualità, omosessualità, transfobia ed omofobia, ma cita “sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità”, definendoli al primo articolo. 

“Il ddl Zan è una legge bavaglio e liberticida”
Assolutamente Falso. Il Ddl Zan tutela la libertà di espressione con l’art.5. La violenza verbale e l’odio però non sono un’opinione. La libertà di dire idiozie si arresta nel momento in cui si propaganda odio nei confronti di una minoranza, in modo tale da mettere in pericolo le persone ad essa appartenenti. Un esempio concreto: chi è contrario al matrimonio omosessuale e alle adozioni gay, potrà continuare a dirlo. Ciò che non potrà fare è istigare alla violenza o commettere personalmente atti violenti, né creare associazioni che incitino alla discriminazione omotransfobica, esattamente come già oggi non è possibile commettere tali reati contro ebrei, neri o cattolici.
Nessun bavaglio dunque, eppure anche la Cei ha fomentato questa fake news. Ci si chiede però: come mai i vescovi non sono intervenuti negli anni ’90 quando il decreto Mancino introdusse tra i motivi di discriminazione della legge Reale, anche quelli religiosi?

“Il Ddl Zan censura chi difende la famiglia tradizionale”
Falso. La legge difende le vittime di violenza e discriminazione e nulla toglie alle famiglie “tradizionali”. Anzi, è il contrario: le persone lgbtqi+ sono nate e cresciute quasi sempre in famiglie tradizionali e difenderle significa tutelare anche i loro genitori e famigliari. Inoltre, una società più giusta e solidale è una società in cui vivono meglio tutti, gay ed etero.

“Questa legge porterà alle adozioni gay e all’utero in affitto”
Assolutamente falso. Il tema della famiglia omogenitoriale non è affatto toccato da questo Ddl. Per riformare il diritto di famiglia italiano serve una nuova legge.

“I problemi veri sono altri, c’è una pandemia e si perde tempo così”
È la solita tattica del rinvio: c’è sempre qualcosa di più urgente quando si vuole bloccare una legge. Ma in Parlamento ci sono 945 deputati e senatori che possono e devono occuparsi di ogni probelma dei cittadini. Inoltre, si tratta di una proposta di legge parlamentare e non di un atto governativo.

Una foto a sostegno del Ddl Zan degli infermieri anti Covid di Bari.

“Porterà il Gender nelle scuole”
Forse è la bufala più grave poiché usa i bambini e la scuola per alimentare paure infondate. La fantomatica teoria Gender come è noto non esiste e il Ddl Zan punta solo a promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, sostenendo le case-rifugio per i minori Lgbtqi+ cacciati di casa e introducendo la giornata nazionale contro l’omotransfobia, con attività svolte da professionisti e personale qualificato.
Recentemente Giorgia Meloni, ospite del Maurizio Costanzo Show, ha raccontato – senza contraddittorio – che il Ddl Zan imporrà ai “bambini di sette anni di scambiarsi i vestiti per spiegare cos’è l’omosessualità”. Una bufala molto grave ovviamente non prevista da alcun articolo del Ddl e a cui nessuno dei presenti ha risposto.

“È cambiato il governo, non ci sono i numeri”
Falso. Il governo è cambiato, ma non la composizione del Parlamento. La proposta di legge parlamentare gode di un ampio consenso: Pd, M5S, Leu, Italia Viva, Autonomie e parte di Forza Italia.

“È una legge antidemocratica”
Falso. Di antidemocratico c’è solo l’ostruzionismo di chi non vuole far esprimere i parlamentari, ricorrendo a continui rinvii, di cui ad oggi è responsabile innanzitutto il presidente della commissione giustiazia, il leghista Andrea Ostellari.

 


Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 14 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..