Donald Trump, dopo l’attentato di sabato in cui è stato ferito ad un orecchio da un proiettile, è stato «incoronato» dai repubblicani: è il candidato ufficiale alla presidenza degli Usa e ha scelto J.D. Vance come vice.

di Marta Foresi

La convention di Milwaukee ha scelto ufficialmente Donald Trump come candidato del Partito repubblicano alle prossime elezioni presidenziali di novembre. Sono stati i 125 delegati della Florida, lo Stato di Trump, guidati da suo figlio Eric, a fargli superare la soglia dei 1.215 necessari per la nomination. Trump ha scelto anche il suo vice: sarà il senatore dell’Ohio JD Vance. Considerato un falco della destra più reazionaria del partito, ha 39 anni, ha combattuto in Iraq, studiato a Yale e lavorato nella finanza con il trumpiano Peter Thiel. Si è opposto strenuamente a nuovi fondi in Ucraina e in passato aveva definito l’ex presidente repubblicano «riprovevole e nocivo», ma poi si è allineato. Per l’attuale presidente americano Joe Biden, «Vance è il candidato dei miliardari e delle corporation» ed è un sostenitore del divieto nazionale all’aborto. «Trump ha scelto J.D. Vance perché farà quello che Mike Pence rifiutò di fare il 6 gennaio: farà di tutto per promuovere Trump e il suo programma estremista Make America Great Again, anche se ciò significasse infrangere la legge e indipendentemente dal danno che può infliggere al popolo americano», ha detto Biden.

L’attentato di sabato

Quando in Italia era appena scoccata la mezzanotte tra sabato e domenica, l’ex presidente degli Stati Uniti è stato colpito da un proiettile durante un comizio a Butler, in Pennsylvania (nel nordest del paese). Uno solo degli otto proiettili sparati da una distanza di circa 130 metri lo ha colpito in modo lieve, ad un orecchio: due centimetri e mezzo più a sinistra, Donald Trump sarebbe stato centrato in testa. L’ex presidente si è rannicchiato, mentre gli agenti di sicurezza si precipitavano intorno a lui e dal pubblico si levavano grida. Con il volto insanguinato, ha alzato il pugno verso la folla, che ha risposto con applausi.
Nell’attentato è stato ucciso un uomo 50 anni, ingegnere ed ex capo dei vigili del fuoco, mentre proteggeva con il suo corpo la moglie e le due figlie dai proiettili.

La condanna dell’attentato è stata unanime. “Non c’è posto per questo tipo di violenza in America”, ha detto il presidente Joe Biden, che ha telefonato a Trump e lo sfiderà alle elezioni presidenziali di novembre.

Chi era l’attentatore

Thomas Mattew Crooks è il nome del ventenne attentatore che ha sparato al comizio di Trump a Butler, poi ucciso dagli agenti di sicurezza. Crooks ha agito da solo e “non per ideologia”. Perché questo ragazzo diplomatosi nel 2022 con buoni voti, solitario e bullizzato a scuola, era registrato come elettore repubblicano. L’Fbi ha trovato nella sua auto due ordigni esplosivi e uno a casa con i quali progettava una strage, forse nella sua ex scuola. Sarebbe stata – per gli Stati Uniti – l’ennesima strage fatta per rabbia repressa, noia, vendetta sociale, in un Paese in cui le armi, tanto difese dalla destra americana, sono libere.

Le polemiche sulla sicurezza

Sull’attentato sono esplose le polemiche sulle falle nella sicurezza: ci si chiede come abbia fatto il ventenne a posizionarsi indisturbato e armato su un tetto a poche centinaia di metri da Trump. Secondo la BBC, testimoni avrebbero cercato «disperatamente» di avvertire la polizia della presenza di un cecchino armato di fucile sul tetto, alcuni istanti prima dell’attacco.
In un video pubblicato dal sito Tmz l’attentatore viene ripreso mentre, sdraiato a pancia in giù, prende la mira e spara.

Foto copertina © dal profilo Facebook di Donald Trump