«Ogni cento metri il mondo cambia» diceva lo scrittore e poeta cileno Roberto Bolaño.
Un concetto che sintetizza in poche parole lo spirito del viaggio. Ogni viaggio è uno spostamento geografico, da un punto a un altro, dietro l’angolo o altrove. A volte ci porta lontano, altre ci dà la possibilità di scoprire luoghi nuovi e inesplorati proprio vicino a noi. Succede quando vediamo le stesse cose di tutti i giorni, ma con occhi diversi.
Basta cambiare la prospettiva. Ci hanno provato 20 studenti dell’Istituto Europeo di Design di Roma guidati da Antonio Politano, fotografo e giornalista. Insieme hanno visitato con occhi nuovi una zona della città di Roma, poco distante l’Istituto: il quartiere Pigneto. Hanno percorso via del Pigneto, dal civico N° 1 fino all’incrocio con via dell’Acqua Bullicante. Un’esperienza di viaggio durata 5 giorni, uno dei frutti di IED Factory, la settimana intensiva di workshop trasversali offerti da IED Roma ai propri studenti del secondo anno, coordinati da artisti, fotografi, designer, registi ed esperti della comunicazione.
L’esperienza professionale di reporter di Antonio Politano (lavora per La Repubblica, National Geographic Italia ed è Direttore di Sguardi, rivista online di fotografia e viaggio) e la sua sensibilità di narratore affinata attraverso le numerose pubblicazioni, gli hanno permesso di essere una valida guida per il gruppo di lavoro. Politano è anche direttore artistico del Festival della Letteratura di Viaggio.
Ha guidato il suo gruppo di ragazzi, introducendoli ad una prospettiva diversa del quartiere Pigneto. Non si è trattato di una meta predefinita: non aveva dato loro la possibilità di prepararsi a questo viaggio. Li ha semplicemente invitati ad attraversarlo, percorrendo l’asse principale dall’inizio alla fine, con digressioni libere nelle vie laterali. «Si è trattato di un viaggio libero – ci racconta Politano – io ho semplicemente indicato delle suggestioni in base alla mia sensibilità di reporter. Il risultato è il racconto della vita quotidiana del Pigneto, la cosiddetta “Daily Life”. I ragazzi non hanno raccontato cosa c’è da fare o da vedere nel quartiere: questo lo si può leggere in qualsiasi guida della città di Roma. Loro hanno raccontato quello che vedevano attraverso i loro occhi».
Il Pigneto è un quartiere noto e storico di Roma, con una sua storia e una sua identità. Fino alla fine del 1800, l’area era verde e quasi totalmente agricola. Dal 1800 spuntano le prime fabbriche e stabilimenti industriali, i laboratori e le botteghe artigiane. I caratteristici “villini” compaiono tra il 1920 ed il 1935 accanto a palazzine più grandi e popolari. Stili architettonici differenti, stabilimenti nuovi e più datati, hanno dato vita ad un patchwork che caratterizza il quartiere, e generato una lettura stereotipata di esso: la movida notturna, la gentrificazione, gli angoli Pasoliniani. Gli studenti l’hanno attraversato con un obiettivo: sfuggire agli stereotipi del “già visto” e del “già detto”, cogliendo l’essenza del quartiere attraverso il proprio personale sguardo. Chi con una telecamera, chi con una macchina fotografica, qualcun altro con il solo smartphone, tutti hanno prodotto la narrazione del proprio viaggio frutto dell’esercitazione sul campo, fatta di immagini e brevi testi.
Il risultato è L’anima del Pigneto, immagini, testi, un video, una dedica che è anche una provocazione «È come se avessimo detto: in 20 abbiamo attraversato il quartiere e questo è quello che abbiamo visto e raccolto. Una ballata di viaggio a 20 voci».
Nelle immagini scorre la vita che anima il quartiere: le strade, le costruzioni “spontanee”, gli interni delle case. Le foto, messe una accanto all’altra, offrono una visione inedita rispetto strade battute anche ogni giorno. Murales e graffiti diventano gallerie d’arte all’aria aperta. Tra i palazzi si svelano orti coltivati. Nei muri si scoprono inviti ad una cittadinanza attiva che richiama al bene comune.
Un nuovo Pigneto, con la sua anima e la sua gente.