Cosa significa lasciare tutto e trasferirsi in uno dei luoghi più estremi della Terra? Lo abbiamo chiesto a chi ha deciso di andare a vivere ad Anchorage, in Alaska. A meno 30 gradi, con 18 ore di buio al giorno.
Esiste ancora un’ultima frontiera oltre la quale resta il nulla. È l’Alaska, terra di laghi, montagne, foreste e cercatori d’oro, dove è più facile incontrare un orso che un essere umano. L’Alaska è il più grande Stato degli Usa, ma anche il meno popoloso. È grande due volte il Texas ed ospita sul suo territorio circa 3.000 fiumi, 100.000 ghiacciai e 17 delle 20 vette più alte d’America. Del freddo polare e della vita estrema si sa un po’ tutto. Pochi sanno però che qui, sottoterra c’è un tesoro, che lo rende uno Stato molto ricco ma anche estremamente costoso. L’Alaska è il Paese in cui è possibile vedere il sole a mezzanotte e le aurore boreali. La natura è ovviamente incontaminata e i paesaggi sono straordinari. L’ultimo censimento parla di 25mila italiani residenti in Alaska, su una popolazione che conta in tutto 800mila residenti, concentrati prevalentemente ad Anchorage, la capitale.
Le basse temperature e le dure condizioni climatiche fanno sì che ogni anno sempre meno abitanti decidano di vivere in Alaska. Per questa ragione, il governo ha dato il via a una politica per incentivare l’immigrazione, offrendo 2.250 euro al mese a tutti quelli che si impegnino a vivere nello Stato più di sei mesi e non abbiano precedenti penali.
Volevo capirne di più su come sia davvero la vita in Alaska e come si possa decidere di andare a vivere a -30 gradi d’inverno con 18 ore al giorno di buio. Così, ho raggiunto via Skype Raffaele che, con la sua compagna Giada, ha lasciato tre anni fa Milano per trasferirsi ad Anchorage.
Raffaele, in poche parole, cosa vuol dire vivere in Alaska?
Significa vivere in un luogo meraviglioso, dove la natura è unica nel suo genere e davvero di estrema bellezza, ma anche fare molti sacrifici e rinunciare a tutte le comodità. L’inverno è gelido, si vive in modo molto semplice ed è dura avere per mesi pochissime ore di sole al giorno. Ma in cambio, c’è un’estate meravigliosa.
Perché hai lasciato Milano per l’Alaska?
Io e la mia compagna a Milano eravamo precari e annoiati e volevamo vivere un’esperienza totalmente diversa. Abbiamo fatto prima una vacanza, ci siamo innamorati del luogo e poi dopo due anni abbiamo deciso di trasferirci. Ed ora sono tre anni che viviamo ad Anchorage.
La cosa più bella e la più brutta di vivere lassù?
La più bella è vedere l’aurora boreale, un’esperienza unica. La più brutta è il lunghissimo e gelido buio invernale.
Come si svolge la vita d’inverno?
Il sole sorge normalmente quando si è già al lavoro, verso le 10 di mattina e tra le 15 e le 16 arriva la notte. Le temperature possono arrivare anche a meno 40 gradi. Si lavora, poi si torna a casa e si esce molto poco. Ci sono giorni in cui è perfino sconsigliato uscire di casa. Le case sono spartane ma ben riscaldate. Ad Anchorage ci sono ristoranti, locali, è una grande città ma c’è poca vita mondana. Nel resto dell’Alaska non c’è quasi nulla, i villaggi sono piccoli e con pochissimi abitanti. Il famoso winter blues, comunque esiste davvero e comporta una sensazione letargica, di stanchezza e depressione.
E d’estate?
L’estate è meravigliosa, il sole tramonta poco prima della mezzanotte e le temperature possono arrivare anche a 30 gradi. Diciamo che è il motivo per cui si decide di vivere qui.
Si trova facilmente lavoro? Quanto costa vivere in Alaska?
Sì, il lavoro si trova facilmente e gli stipendi sono mediamente alti. C’è molto lavoro soprattutto sui pescherecci o nel settore petrolchimico. L’Alaska è molto ricca perché esporta petrolio e gas per tutto il continente americano. Però è anche molto costoso viverci, a differenza di ciò che si crede. Le bollette dell’elettricità possono anche arrivare a 400 dollari al mese. Tutto ciò che è importato è costosissimo ad iniziare dai beni alimentari che quando nevica per molto tempo possono scarseggiare e i costi lievitano ancora di più. Un appartamento costa mediamente tra i 1.500 e i 2.000 dollari al mese. Poi ci sono i cabin, come dei rifugi alpini, che costano molto meno, tra i 500 ed i 700 dollari, ma i confort non esistono e ad esempio il bagno è all’esterno e non c’è l’acqua calda. Il salario minimo è più o meno di 10,50 dollari all’ora, ma ci sono appunto incentivi e vari rimborsi statali.
L’Alaska è uno Stato sicuro?
I reati sono in aumento, a causa dell’aggravarsi del problema dell’alcolismo, molto sentito qui. Il winter blues, come dicevo, causa molta depressione e tanti si rifugiano nell’alcol. Inoltre è molto alto il tasso dei suicidi.
È difficile trasferirsi in Alaska?
Bisogna ottenere la famosa Green Card americana, il permesso che permette di trasferirsi a vivere in America definitivamente. Il governo però ti aiuta con incentivi. Sempre meno gente vuole vivere qui, così ti danno del denaro per facilitare i trasferimenti in Alaska ma ti devi impegnare a restare qui stabilmente, a non lasciare lo Stato per almeno 6 mesi e non devi avere precedenti penali.
Quanto resterete ad Anchorage?
Per ora non prevediamo il rientro in Italia, ma domani chissà.